Sono numerose le richieste di spiegazioni pervenute da player, amici e collaboratori in merito alla nostra scomparsa dalle classifiche redatte da ComScore.
Oggi decidiamo di rispondere.
No, non siamo collassati sotto i colpi degli update di Google e per fortuna i nostri risultati sono sotto gli occhi di tutti i nostri partner Adv.
Le motivazioni dietro a quella che è una nostra scelta, sono da ricercare proprio nelle incomprensibili logiche che stanno alla base della redazione della stessa classifica, stilata da un ente che, per sua stessa definizione, dovrebbe essere super partes.
La nostra decisione, comunicata mesi fa a ComScore, è stata quella di non partecipare più ad una misurazione dei dati che riteniamo non equa. Non vogliamo essere complici di un sistema che evidentemente non funziona e mostra metriche a nostro parere poco affidabili.
È facilmente verificabile, ad esempio, che sono presenti ancora oggi, dopo mesi dalle nostre segnalazioni, property di Magellano all’interno dei perimetri di altri network. Ciò è stato per mesi segnalato a ComScore. Così come è stata segnalata la presenza di URL in alcuni network aggregati.
Questi errori hanno portato a misurazioni e classifiche alterate da perimetri non veritieri, non solo per una TAG non presente nei siti web segnalati, ma anche per una TAL obsoleta e utile ovviamente solo a chi cerca in ComScore degli artifici utili per ostentare dei risultati.
Abbiamo riscontrato a più riprese property i cui numeri erano calcolati in maniera completamente sballata: ComScore ha rilevato 60 milioni di pagine viste e 8 milioni di unici, numeri che sembrano usciti da una roulette con percentuali di errore che toccano il 90%.
Inoltre il sistema utilizzato attraverso i panelisti è del tutto aleatorio e fumoso: le recenti disposizioni in termini di privacy e cookie policy impediscono in maniera sostanziale l’utilizzo degli strumenti che ComScore mette alla base del proprio sistema di rilevamento.
Quello che esce fuori è un’accozzaglia di numeri che hanno un peso specifico per noi irrilevante. I nostri numeri li conosciamo bene e li conoscono bene anche i nostri partner ADV. Pertanto, fare analisi sui numeri dei nostri competitor non ha rilevanza se il dato è in realtà completamente sballato.
Le analisi di Comscore sono palese frutto di approssimazione. E ciò è testimoniato dal fatto che non esista una vera e propria procedura verificata per sviluppare un check periodico che possa fornire l’effettivo riscontro di chi è proprietario di cosa e quale traffico sia da attribuire ad uno specifico network.
Oggi vogliamo semplicemente rispondere a chi ci domanda il perché di questa decisione: non vogliamo partecipare ad una sfida su numeri che non riteniamo attendibili.
Proprio perché non siamo abituati a venderci per quello che non siamo, non possiamo sopportare che ci vengano venduti numeri e leadership per noi di poco valore effettivo. Per convenienza avremmo potuto decidere di rimanere all’interno del sistema: i nostri risultati ci hanno fortunatamente garantito e lo farebbero tuttora, un posto nella top ten degli editori italiani.
Ma come detto questo non è nel nostro stile, per una questione di coerenza, serietà e professionalità. Da quando abbiamo iniziato a collaborare con ComScore non c’è stata una pubblicazione di dati sulla quale abbiamo potuto fare analisi concrete. Quello che ci viene fornito è solo un minestrone dove il controllo sulla veridicità dei numeri è affidato a noi. E dai nostri controlli sono troppe le inesattezze e le approssimazioni.
Torneremo a collaborare con ComScore se e quando i dati pubblicati saranno corretti e basati su logiche riscontrabili e misurabili in maniera puntuale.